L'incontro che si è svolto giovedi scorso a Rovereto presso la sede della Manifattura Tabacchi ha fatto emergere palesemente quanto il paesaggio debba essere considerato "il nostro capitale", una "stratificazione di valori che devono cominciare ad entrare nelle maglie del sistema produttivo".
Due le ipotesi-studio di pianificazione: una focalizzata sulla necessità di arredo e riqualificazione delle aree artigianali (trattata dagli architetti Marco Malossini e Vincenzo Cribari) e l'altra ha preso in considerazione le indicazioni metodologiche per permettere una progettazione dell’area di Zambana Vecchia secondo criteri di alta qualità paesaggistica e di identità territoriale (curata e illustrata dall'architetto Alberto Winterle, presidente dell'ordine provinciale).
L'appuntamento è il secondo di "Incontri sul paesaggio", promossi dall'assessorato all'urbanistica e enti locali per stimolare e favorire una prospettiva di pianificazione che tenga presente elementi indispensabili per disegnare il paesaggio di domani, il territorio trentino del futuro.
All'incontro, promosso in collaborazione alla Comunità della Vallagarina, ha partecipato l'assessore provinciale competente, Mauro Gilmozzi. All'illustrazione dei due studi è seguita una tavola rotonda moderata da Giorgio Tecilla, coordinatore degli studi e della ricerca in materia di paesaggio e riferimento per i progetti del Fondo Paesaggio, Giulio Andreolli del Comitato Scientifico di step-Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, Stefano Bisoffi, presidente della Comunità della Vallagarina, Gianni Lazzari, amministratore delegato di Habitech, Michele Moser, sindaco di Zambana e Gianluca Salvatori, presidente del Progetto Manifattura.
Di fronte ad una sala gremita soprattutto di giovani professionisti l’assessore Mauro Gilmozzi ha preso la parola ringraziando innanzitutto il presidente di Manifattura Gianluca Salvatori ”padrone di casa” e le numerose autorità presenti all’incontro. “Il paesaggio diventa un momento molto edificante del confronto, ha detto l’assessore in apertura riferendosi al tema ‘Una certa idea di paesaggio’ proposto da ‘Futuro-Presente’, laboratorio che prenderà il via nel fine settimana a Rovereto. L’assessore ha poi proseguito facendo riferimento al piano urbanistico provinciale “abbiamo cercato di portare avanti un’idea di paesaggio come interazione fra uomo e paesaggio, l’uomo interagisce col suo territorio, il paesaggio diventa espressione di ciò che l’uomo decide di fare, è la sua identità. In Trentino quel che vediamo è l’espressione delle scelte che abbiamo fatto in passato. E questo ha a che fare con l’idea di pianificazione. Oggi ha ancora più senso chiedersi quale sarà il paesaggio del futuro, quali prospettive vogliamo per il nostro domani. Abbiamo cercato di immaginare alcuni scenari, come la nostra società ed economia sarebbe cambiata e abbiamo messo al centro del Pup un elemento, il paesaggio, che è il fulcro di tutta la pianificazione. Per un Trentino che non deve omologarsi ma che deve esprimere tutte le capacità di essere attrattivi sul territorio. Abbiamo cercato di introdurre - ha continuato l’assessore -delle modalità di approccio al tema dello sviluppo perché possa esserci una nuova prospettiva, anche di tipo industriale, proponendo alcuni temi che ritenevamo importanti affinché le politiche territoriali aiutassero il Trentino in questa prospettiva. Abbiamo lanciato 9 temi che hanno a che vedere con degli elementi chiavi di questo territorio: i temi sono di vario genere dalle Dolomiti patrimonio dell’umanità fino alle aeree produttive, le aree legate alle città, per capire quale tipo di attività possano essere realizzate nel futuro. Il panorama economico si è fortemente trasformato e, allora, quale sarà il paesaggio dei prossimi anni? Questo tema è stato sviluppato da un gruppo di architetti che hanno dato degli spunti, hanno portato delle idee, questi non sono progetti, sono studi, spunti di riflessione di come si possa intervenire sulle nostre aree produttive, con un nuovo approccio per tutto il Trentino. Questo di Rovereto è il contesto urbano più legato all’attività industriale purché si concepisca che questo paesaggio industriale evolve. Ci sono molto stimoli nelle prospettive presentate stasera: questo tipo di ragionamento vorremmo consegnarlo simbolicamente al presidente della comunità Vallagarina, perché il piano territoriale della comunità è il contesto nel quale dobbiamo legare un’idea di sviluppo territoriale con i progetti perchè questo sviluppo possa realizzarsi. Una comunità è il luogo in cui si elabora il pensiero, la prospettiva per il proprio territorio”.
Alberto Winterle ha presentato in apertura il complesso team che ha studiato ed elaborato il progetto e ha esordito dicendo che ”Zambana non è solo una vicenda urbanistica ma è anche una vicenda umana. Dopo la prima caduta di enormi massi nel 1955 e la frana del ‘56 l’abitato è stato spostato di circa due chilometri e così si è trovato al centro della valle avulso dal resto del territorio. Il nostro progetto è stato quello di identificare 4 ecologie per definire l’identità: la grande scala, l’asse centrale, il green village e i parchi del rischio. Con la nuova tangenziale - ha evidenziato il presidente dell’ordine degli architetti - la vecchia Zambana ha ricominciato un pochino a vivere. Un centro abitato, quello vecchio, sottoutilizzato, mentre il nuovo centro, ricostruito completamente, è molto saturo”. La possibile soluzione, secondo l’architetto Winterle è quella di rivedere gli spazi considerando zone, anche pedonali, che possano collegare i due centri, usando la strada di collegamento fra i due centri che già esiste e riportandola a nuova vita. Poi l’architetto è passato ad illustrare l’abitato vecchio di Zambana considerando il fattore rischio come opportunità di progetto: “Zambana si trova in una condizione disagiata che però può trasformarsi in opportunità”. L’abitato si presenta ora come un anello posto fra due rischi: quello delle frane, da un lato e, quello di esondazione, dall’altro, che può diventare, secondo Winterle, una nuova struttura: illustrata anche da una power point molto dettagliato. “il territorio non è un insieme di dati ma è fatto di più elementi, di suggestioni, di attitudini, in questo senso Zambana costituisce un caso esemplare e quindi sta a noi fare in modo che subisca una trasformazione controllata”.
E’ poi cominciata la tavola rotonda che ha visto il presidente della Comunità della Vallagarina Stefano Bisoffi parlare per primo e sintetizzare come gli spunti forniti dalla serata possano essere di grande aiuto per i piani di comunità. Ha poi illustrato brevemente quanto la Comunità stia facendo proprio in ambito di rivalutazione di paesaggio con la nuova considerazione delle aree produttive. Un altro aspetto preso in esame dal presidente è stata la necessità di pianificare con “una prospettiva sovracomunale per cercare di mettere a rete ciò che il territorio offre ma anche ciò che il territorio chiede. Il tema del paesaggio è al centro di questo processo di pianificazione in atto nella Comunità. La Vallagarina ha subito delle trasformazioni con le quali è necessario fare i conti”. Ha poi preso la parola stimolato da Giorgio Tecilla, con una riflessione sulla sostenibilità, Gianluca Salvatori presidente di Manifattura. “Sostenibilità si riferisce ad una riflessione molto semplice, noi ci avviamo a diventare un pianeta più popolato, si arriverà intorno ai 9 miliardi nel 2050 e quindi con un fenomeno di ulteriore incremento dei consumi. Come è possibile soddisfare bisogni in crescita con risorse limitate? Una strada è quella di cambiare modello di sviluppo. Produrre di più consumando di meno e in particolare consumare risorse riutilizzabile. Il fenomeno urbano è maggiormente sostenibili in termini economici, sociali, ambientali. Il problema vero è che la città andrà ripensata. Una grande quantità di spazi si libereranno e diventeranno disponibili per altri usi e, contemporaneamente, ci sarà l’esigenza di nuovi spazi che permettano un nuovo sviluppo sociale, economico e ambientale. Anche per il nostro territorio si tratta di generare imprese che generino il genio di questo territorio come tessuto e piattaforma di nuove opportunità di crescita e di lavoro”.
Il sindaco di Zambana Michele Moser ha posto l’attenzione sul fatto che “nonostante il territorio di Zambana sia stato sempre così poco ospitale l’uomo è sempre vissuto in questo luogo fin dalle popolazione retiche e romane, come confermano i ritrovamenti archeologici rinvenuti. L’unico luogo ancora edificabile di Zambana non può che essere Zambana vecchia che viene sempre più considerato come il luogo dell’identità. Tutta la cultura di Zambana è legato all’abitato vecchio”. L’architetto Giulio Andreolli parlando di ricaduta che questi progetti-studio hanno sul territorio ha sottolineato come “step che ha inteso accompagnare le comunità in questo processo del governo per il territorio del paesaggio, ha avuto la fortuna di essere integrata con la nuova creatura che è l’Osservatorio del paesaggio che farà tesoro di questi incontri specie del pensiero che vi è sotteso. Quelle analizzate stasera sono prospettive che hanno carattere analitico e progettuale. Il messaggio che a noi interessa dare è il percorso mentale, il percorso metodologico che ha prodotto questo risultato. Giorgio Tecilla ha poi coinvolto Gianni Lazzeri in merito alle possibilità di fornire strumenti adatti a gestire un paesaggio sostenibile: “dall’esperienza che abbiamo fatto noi in Habitech, questa sostenibilità, deve essere tradotta in strumenti che cerchino di aiutare ad affrontare la complessità del territorio. Credo ci sia necessità di sviluppare strumentazione che affrontino questo problema. Abbiamo fatto un sacco di esperienza e abbiamo capito che le esigenze della sostenibilità modificano il modo di operare dei soggetti economici. In Trentino si tratta di rigenerare, di riqualificare ma, fino ad oggi, manca lo strumento che misuri la sostenibilità che metta in classifica delle scelte e delle priorità”.