Se il nostre settore fosse la medicina potremmo parlare di accanimento terapeutico ma, visto che CaseTrentine.it è il portale dedicato al mondo della casa in provincia di Trento, i termini giusti da utilizzare potrebbero e dovrebbero essere “accanimento” e “governativo”.
Sembra essere questa in sintesi, la fotografia scattata da Michele Zaniboni, presidente F.I.A.I.P. del Trentino e da Severino Rigotti, presidente F.I.M.A.A. di Trento: prendere di mira la casa è semplice ma eccedere potrebbe risultare estremamente rischioso.
E l’eccesso, dopo IMU e taglio delle agevolazioni per i canoni di locazione, è rappresentato dalla rimodulazione delle rendite catastali, necessaria proprio per l'introduzione
della nuova tassa sulla casa. Scopri maggiori dettagli leggendo l'articolo apparso oggi (19 aprile 2012) su l'Adige.
«Stanno bombardando la casa». Non è una guerra, quella che vogliono evocare i rappresentanti del settore immobiliare trentino, ma il giudizio, severo e nettissimo, sulle politiche fiscali promosse dal governo in materia di immobili. Non solo per l’IMU, ma anche per il taglio delle agevolazioni per i canoni di locazione previsti nell’ambito della riforma del lavoro e la prevista rimodulazione delle rendite catastali: aggiornabili ogni tre anni, e basate - per ogni immobile - su valori locativi annui al metro quadrato, moltiplicati per la superficie totale: una svolta che, se fossero mantenute le aliquote attuali, porterebbe ad un aumento folle delle imposte, fino ad oltre il 300%.
«Un mix che potrebbe finire per penalizzare soprattutto chi occupa alloggi con contratti a canone moderato o agevolato », mette in guardia Michele Zaniboni, presidente della F.I.A.I.P. del Trentino, la Federazione italiana agenti immobiliari professionali: «Allo stato attuale delle cose, calcolando IMU e revisione degli estimi catastali, l’imposizione fiscale su quei contratti potrebbe crescere fino a un 204% con l’aliquota base del 7,6 per mille e fino ad un 324% con quella massima del 10,6 per mille (per la prima casa l’aliquota minima è del 4 per mille, ndr). E fortunatamente il Comune di Trento pare intenzionato a fissare l’aliquota più bassa. Anche per i contratti a canone libero, secondo i nostri calcoli gli aumenti sarebbero rilevanti: dell’87% con l’aliquota base, del 161% con quella massima. Uno scenario che non potrà che danneggiare chi si avvale del mercato immobiliare a canoni calmierati, che perdendo tutti i propri vantaggi finirà per esaurirsi, costringendo tutti coloro che ne usufruivano a rivolgersi al mercato a canone libero, con le conseguenze che si possono immaginare. Quella che a Roma si sta studiando è una riforma del catasto che è impostato sul valore, degli immobili, quando invece dovrebbe incidere sul reddito potenziale. Si tratta di una mossa in cui è difficile trovare una logica».
«È comodo prendere di mira l’unico bene che è sempre al sole, bene in vista e direttamente riconducibile ai rispettivi proprietari. Insomma, tassare le case è facile», attacca Severino Rigotti, presidente della F.I.M.A.A., la Federazione italiana mediatori e agenti d’affari che raccoglie le agenzie immobiliari aderenti all’Unione commercio. «Comodo e facile, soprattutto in tempi in cui le casse pubbliche devono reperire risorse sicure. Ma assolutamente avventato - prosegue Rigotti - dato che il rischio che sta correndo il governo adottando una simile politica fiscale è quella di somministrare una medicina che finisce per uccidere il malato. Intendo dire che la casa è uno dei pochi beni rifugio rimasto: non solo per chi ha risorse è uno dei pochi investimenti sicuri ancora esistenti, ma soprattutto per molte famiglie rappresenta l’unico bene. Prenderlo di mira in maniera così violenta è un azzardo».
Al momento attuale, tuttavia, il piano sulla riforma del catasto è ancora in divenire: «Non che questo ci possa consolare più di tanto, perché si tratta di proposte che non ci piacciono per nulla - chiosa Rigotti - e che non faranno che impoverire tutti, oltre che allontanare anche i cittadini interessati da un mercato che è da lunghissimo tempo in costante stagnazione, qui come nel resto del paese».
«Senza dubbio lo scenario che sta prendendo forma secondo quanto si sta discutendo a livello parlamentare è preoccupante - rincara ancora Zaniboni - anche se la casa rimarrà sempre e comunque un bene sicuro. Certo, avvicinarsi al mercato stando così le cose sarà sempre più difficile, aggravando la situazione già critica di un mercato asfittico».