Dopo le Dolomiti il Trentino potrebbe ripresentare la candidatura per l’area medioevale e rinascimentale del capoluogo. Il percorso sembra però essere lungo.
Almeno due anni prima che la commissione decreti l’effettiva validità della proposta.
Il centro storico di Trento potrebbe diventare patrimonio Unesco dell’umanità ed entrare in questo modo a far parte di una rete composta da quarantasette siti italiani che hanno già ricevuto l’ambito riconoscimento internazionale.
La proposta è stata lanciata ieri sera dall’assessore alla cultura Lucia Maestri, nel corso della inaugurazione ufficiale del primo club dell’organizzazione delle Nazioni unite in città. Nonostante l’iter burocratico per l’effettiva inclusione nell’elenco potrebbe comunque essere molto lungo - l’iniziativa del resto non è ancora stata discussa in Giunta comunale - il capoluogo assumerebbe, grazie al riconoscimento, un rilievo internazionale in qualità di bene culturale collettivo. E la presidente del neonato club Unesco trentino, Marta Villa, ha assicurato il proprio appoggio per la valorizzazione di quello che è stato definito come «un centro unico nel Mondo, per pregio architettonico e artistico».
«Al momento - ha chiarito Maestri a margine dell’incontro - è solo una mia idea, ma penso che il valore di un centro sto- rico come quello di Trento, amato dai propri cittadini e da tantissimi turisti, sia già riconosciuto in modo informale. Ora, potremmo puntare ad una attestazione ufficiale». A qualche anno dall’inclusione nel prestigioso elenco Unesco delle Dolomiti, la sfida per il Trentino sembra quindi ripresentarsi per l’area medievale e rinascimentale del capoluogo.
Dal punto di vista amministrativo, la candidatura va presentata, attraverso una documentazione puntuale e dettagliata, comprensiva dell’importanza storica, artistica ed architettonica dei monumenti cittadini, da un ente pubblico (in questo caso dal Comune) alla commissione romana dell’organizza- zione mondiale. Tuttavia, per evitare che il valore effettivo della città candidata sia percepito solamente a livello istituzionale, è necessaria anche una campagna di partecipazione attiva da parte dei cittadini, che dovranno essere coinvolti nel percorso di identificazione dell’area urbana ritenuta patrimonio dell’umanità.
«La candidatura - ha spiegato a tal proposito Villa - non può partire dal nostro club, e nemmeno dalla popolazione, ma è indispensabile la proposta pubblica. Tuttavia, la cittadinanza deve partecipare al percorso decisionale, ed ha rilevanza primaria nell’individuazione di siti e monumenti».
La proposta, ad ogni modo, dovrà essere affrontata in Giunta e, probabilmente, anche in Consiglio comunale. Se approvata, sarà poi dovere dell’amministrazione di Palazzo Thun ricevere l’assenso della Provincia e, in generale, di tutte le parti sociali. «Si tratta - ha spiegato Villa - di un percorso che non potrà durare meno di due anni, prima che la commissione decreti l’effettiva validità della candidatura».
Nell’incontro di ieri, oltre al direttivo del club Unesco di Trento, sono intervenuti anche la presidente della federazione italiana Maria Luisa Stringa, la presidente dell’associazione di Udine Renata Capria D’Aronco, gli assessori Franco Panizza e Mauro Gilmozzi.