-30%
Il canone moderato: Gli alloggi a canone moderato vengono locati ad un affitto pari al 30% in meno di quello di mercato.
500
Alloggi col Fondo: il Fondo trentino di social housing avrà risorse per 110 milioni per realizzare 500 alloggi.
40%
Alle giovani coppie: Il 40% degli alloggi acquisiti dal Fondo per il canone moderato sarà destinato alle giovani coppie.
10%
Abitazioni in legno: Gli alloggi del Fondo dovranno essere di classe energetica B Il 10% è previsto in legno.
2%
Più l’inflazione di rendimento: Il rendimento annuo per i sottoscrittori di quote del Fondo è del 2% più il tasso d’inflazione.
Il «bando ponte» di Itea per individuare interventi immobiliari candidabili per il Fondo immobiliare housing sociale trentino ha visto la presentazione di18progetti,14 a Trento e 4 a Rovereto, per un totale di 180 alloggi.
Sulle proposte ora ci sarà l’istruttoria tecnica per verificare la rispondenza ai requisiti richiesti e poi il pacchetto di abitazioni diventerà il primo potenziale portafoglio in cui investirà il fondo dedicato alle case ad affitto moderato, che ha un primo obiettivo di 110 milioni di euro di raccolta e 500 alloggi da acquistare o realizzare. Sabato 15 scade il bando per la società di gestione del risparmio (Sgr), dove stanno arrivando offerte locali, nazionali e internazionali. Entro fine anno ci sarà la scelta, poi la Sgr presenterà il regolamento del fondo e a primavera si dovrebbe partire con la prima dotazione di capitale, 40 milioni di euro messi da Provincia e da Cassa Depositi e Prestiti, cioè dal risparmio postale. Ieri le caratteristiche e il percorso del Fondo sono stati illustrati dall’assessore alle politiche sociali Ugo Rossi e dal dirigente provinciale Luca Comper agli agenti immobiliari della Fimaa, la categoria di Confcommercio Trentino. «È un’iniziativa importante anche per noi» afferma il presidente della Fimaa Severino Rigotti, che in un articolo sull’ultimo numero di «Mediare», il periodico nazionale della categoria, sottolinea l’opportunità per i mediatori immobiliari «che possono rendersi partecipi all’iniziativa del Fondo coinvolgendo nel progetto le imprese clienti che in questo momento sono in difficoltà finanziaria».
In effetti, secondo Rossi, il Fondo social housing ha due caratteristiche principali: soddisfare la domanda di abitazione di quella fascia di classe media troppo ricca per rientrare negli alloggi Itea e troppo povera per pagare affitti di mercato e, appunto, «utilizzare il lavoro fatto», cioè operazioni immobiliari avviate o concluse ma ferme, «puntando così anche al risparmio di territorio». Del piano straordinario di edilizia abitativa, sostiene Rossi, «il canone moderato in pratica finora non è partito, sia per lungaggini amministrative che per la concorrenza dell’acquisto agevolato, che nei prossimi anni non sarà più possibile sostenere. Poi è arrivata la crisi». Il Fondo però può essere «quella partnership pubblico-privato per la rimessa in movimento di operazioni ora irrealizzabili» anche se i rendimenti «non saranno più come prima».
Trentino social housing, ha spiegato Comper, è un fondo immobiliare chiuso, cioè con rimborso delle quote alla fine, tra 25 anni, misto, dove si può investire sia in denaro che in natura (immobili), riservato a investitori qualificati. I destinatari sono famiglie con Icef tra 0,18 e 0,39. Almeno il 40% degli alloggi sarà destinato a giovani coppie. Nella graduatoria saranno privilegiate famiglie che abitano nel Comune che ha conferito gli immobili.
Un massimo del 20% potrebbe essere investito in servizi sociali e attività commerciali. Il Fondo investirà in immobili pubblici, vecchie scuole o caserme dei pompieri conferite dai Comuni e da ristrutturare, e immobili privati, a partire da quelli offerti nel bando ponte di Itea. Oltre alla Sgr con i suoi advisor, ci sarà un facilitatore del progetto individuato dalla Provincia, che si occuperà soprattutto della parte pubblica.
Gli alloggi dovranno avere elevati standard energetici e architettonici.