Gran bel gesto quello dell'amministrazione del Comune di Trento che, entrata in possesso di un immobile in Via Bepi Mor, ha deciso di donarlo all'Associazione Libera, ossia l'associazione contro le mafie che è attiva anche in Trentino del febbraio 2012.
La donazione ha un doppio valore visto che l'immobile appartiene a quelle 11 unità che a partire dal 2003, a Trento sono state confiscate dallo Stato alla criminalità organizzata e poi trasferite al patrimonio del Comune.
In tutta la Provincia in totale, sono circa 15 i beni confiscati alla criminalità organizzata; tra questi anche un terreno coltivabile a Riva del Garda per il quale «Libera» sta già programmando un progetto di coltivazione per i giovani.
Per maggiori info leggete l'articolo qui sotto riportato ed apparso sulle pagine de L'Adige mercoledì 20 giugno 2012.
A Trento dal 2003 sono 11 le unità immobiliari confiscate dallo Stato alla criminalità organizzata trasferite poi al patrimonio del Comune. Sarà proprio uno di questi immobili che diventerà la prima sede di «Libera», la rete di associazioni contro le mafie, costituitasi in Trentino ufficialmente a febbraio di quest’anno. Un segnale importante dalla giunta comunale che, proprio la scorsa settimana, ha dato il via libera all’assegnazione dell’immobile di 34 metri quadrati presente in Via Bepi Mor 10 (laterale di Via Maccani, vicino a Lungadige Braille) a «Limen», membro fondatore di «Libera».
«L’amministrazione – ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici e patrimonio Italo Gilmozzi - con una sentenza della Corte d’Appello di Trento è venuta in possesso dei beni. Entrati nel patrimonio comunale abbiamo portato a termine naturale i contratti di locazione poi li abbiamo ristrutturati per utilizzarli a fini di tipo istituzionale o sociale».
Tra gli 11 beni confiscati ci sono alloggi, garage e un rustico in stato di abbandono tutti situati a Trento, in Via Propositura, Via Maccani, Via Doss Trento e Gardolo in Via Soprasasso, Via Paludi e Via Noce. Per quanto riguarda quasi tutti gli alloggi, il Comune ha provveduto ad assegnarli a nuclei familiari in quanto adeguati all’uso abitativo avendo una superficie superiore a 50 metri quadrati. L’unico alloggio che non rientrava in questi parametri è stato proprio quello in Via Bepi Mor per il quale si è pensato immediatamente all’associazione di don Ciotti.
Per quanto invece concerne i tre garage, presenti a Gardolo, confiscati alla criminalità, il Comune ha deciso di utilizzarli come deposito o come attività istituzionale dell’Ente, mentre una situazione particolare riguarda il rustico in stato di abbandono che si trova sempre in Via Bepi Mor 9. In questo caso, il 50% dell’immobile sarebbe di proprietà di un privato e l’amministrazione starebbe avviando la procedura per il totale acquisto. Un’operazione, quella portata avanti dal Comune, che ha quindi come obiettivo il restituire all’intera comunità i beni utilizzati per fini illegali.
«Libera» in questo senso è stato uno dei più importanti interlocutori. «La maggior parte dei beni confiscati nel nostro territorio - ha spiegato la referente per il Trentino dell’associazione di don Ciotti, Chiara Simoncelli - derivano dal reato di usura. Il nostro coordinamento è nato a fine di febbraio e oggi siamo arrivati ad avere ben 20 associazioni aderenti. Sentivamo l’esigenza di un luogo riconoscibile e abbiamo presentato domanda. Nel nostro dna c’è il tentativo di dare significato ai beni confiscati e l’immobile che ci è stato assegnato è un’opportunità importante».
L’obiettivo ora è quello di riuscire a diffondere in Trentino, ancora di più, i principi e la cultura di «Libera» tanto che gli stessi referenti dell’associazione parlano di una sede, per la quale è prevista l’inaugurazione questa estate, che «sarà aperta a tutti i cittadini». Nel territorio provinciale, in totale, sono circa 15 i beni confiscati alla criminalità organizzata; tra questi anche un terreno coltivabile a Riva del Garda per il quale «Libera» sta già programmando un progetto di coltivazione per i giovani.