Da qualche a mese a questa parla non si parlo altro che di IMU ma fortunatamente al varco della prima rata, nel capoluogo di regione sembra essere andato tutto per il verso giusto.
Solo per il fattore IMU, gli uffici del comune di Trento hanno gestito 6.517 richieste dirette, inviato 2.877 mail fornito consulenza telefonica in 792 casi. Considerando che Trento aveva inviato a 40mila cittadini le lettere con i modelli di pagamento precompilati, i numeri inerenti il servizio di supporto sono comunque importanti e denotano appieno l'ansia e la preoccupazione che i contribuenti nutrivano nei confronti dell'IMU.
Bene quindi, il primo scoglio è andato. Ora la prossima scadenza sarà il 17 settembre, per chi ha scelto di pagare in tre rate, ed il 17 dicembre per chi ha optato per le due. Buona IMU a tutti... e ricordate quello che diceva il buon Padua Schioppa... pagare le tasse è bellissimo... Azz...
Alla fine anche lo scoglio IMU è superato, almeno per quanto riguarda la prima rata il cui termine di pagamento scadeva ieri 18 giugno 2012. «L’ultimo giorno - spiega Giorgio Antoniacomi, dirigente del servizio tributi del Comune di Trento - è stato relativamente tranquillo, con un afflusso ai nostri sportelli di un centinaio di utenti in cerca di delucidazioni dell’ultima ora».
Nel complesso i contatti diretti con i contribuenti, dal 3 aprile al 15 giugno, sono stati 10.186 e in 6.517 dei casi si è trattato di informazioni sull’IMU ricevute di persona negli uffici di piazza Fiera, dove il tempo d’attesa è stato mediamente di una ventina di minuti; le altre risposte sono state inviate via email (2.877) oppure fornite al telefono (792). In buona parte dei casi si trattava di persone che chiedevano verifiche sulla correttezza del calcolo, per procedere al versamento della prima rata. La seconda andrà pagata entro il 17 dicembre (chi ha optato per le tre frazioni avrà una scadenza anche il 17 settembre), quando si potrebbe dover tener conto di una modifica delle aliquote che il governo potrebbe decidere sulla base del gettito accertato al 18 giugno.
«Nel complesso - spiega Antoniacomi - abbiamo inviato a 40 mila cittadini le lettere con i modelli di pagamento F24 precompilati. Considerando il quadro delle proprietà immobiliari interessate (circa 60 mila unità), possiamo dire che il Comune è stato in grado di comunicare alla quasi totalità dei contribuenti soggetti all’imposta. Escluse solo le situazioni rimaste dubbie (come i casi più intricati di comproprietà) anche dopo la circolare interpretativa del ministero. E va naturalmente sottolineato che un grande lavoro di consulenza è stato svolto anche dai Caf».
Fra le principali fattispecie chiarite dalla nota governativa, quella dei coniugi divorziati (paga chi usa la casa), mentre sono state confermate le discutibili previsioni sugli immobili intestati a società cooperative a proprietà indivisa: in sostanza vengono equiparati alle seconde case (con relativo conto salato), senza considerare che si tratta di prime case costruite appunto facendo ricorso a questa forma mutualistica. In proposito i duecento contribuenti penalizzati hanno interessato i parlamentari regionali, per il tramite del sindaco, affinché denuncino questa sperequazione individuando adeguati correttivi legislativi. «Un’altra situazione meritevole di un ripensamento nazionale – commenta Antoniacomi - è quella delle onlus, al momento non tutte esentate dal pagamento».
Un giro di vite ha riguardato i coniugi che si separano solo anagraficamente per estendere a una seconda casa i benefici dell’abitazione principale (di certo non lo possono fare all’interno dello stesso comune), mentre con la circolare si è andati incontro alle esigenze di chi risiede qui ma vive altrove per motivi di lavoro. Altre due casistiche da rivedere a Roma, secondo Antoniacomi, sono quelle delle abitazioni date in uso gratuito a parenti di primo grado oppure in locazione a canone concordato, entrambe oggi assoggettate all’aliquota delle seconde case.