Mantenere un’abitazione sfitta è abbastanza antieconomico, considerando anche il particolare periodo di crisi ogni entrata extra ha un potenziale decisamente maggiorato. Ristrutturazione, spese condominiali, tasse sulla seconda casa: queste sono soltanto alcune delle uscite economiche che si andranno a fronteggiare nel caso si decida di lasciare un immobile sfitto nel tempo, senza considerare inoltre il mancato guadagno. Essenzialmente invece quando si decide di mettere in affitto un’abitazione le strade più percorse sono 2: affidarsi ad un’agenzia o procedere in maniera completamente autonoma.
In entrambi i casi il primo passo da effettuare è quello di rivolgersi ad un perito per una precisa stima della casa. In questa maniera si potrà definirne accuratamente il prezzo di locazione, senza lasciare nulla al caso. Alcune volte se non si vuole far riferimento ad un tecnico si può effettuare un confronto tra la nostra abitazione da affittare e i canoni di affitto mensili richiesti per case simili nella stessa zona.
Il secondo passaggio, quello fondamentale, è stabilire se si possiede tutta la documentazione per poter effettuare una stipula d’affitto. Questa è una procedura alquanto noiosa e spesso anche abbastanza lenta. Le carte fondamentali riguardano il contratto vero e proprio di locazione, e un foglio che attesti una descrizione precisa dell’immobile in questione. A seconda della zona d’Italia di riferimento e delle norme comunali previste, si può optare verso una tipologia di contratto a canone agevolato; al giorno d’oggi molto apprezzata grazie anche alle tasse di locazione contenute.
Nel caso comunque si decidesse di rivolgersi ad un’agenzia i primi due passaggi non sarebbero quindi di nostra competenza. Affidarsi ad un’agenzia e ad un agente immobiliare è la scelta più frequente; in molti infatti preferiscono evitare scocciature ed immergersi in noiose pratiche che per i meno esperti comportano anche una notevole perdita di tempo.