Incentivi provinciali del 30% e 40% per il miglioramento energetico: cosa non va?

Eccoci, l'avevamo pronosticato non meno di venerdì, è già sabato (26 maggio 2012) sulla pagine de l'Adige si tuonava parlando di crisi del mattone, dell'edilizia etc..

Ma quale crisi dell'edilizia? A nostro avviso è più corretto parlare di flop del nuovo contributo sugli interventi mirati al miglioramento energetico, lanciato recentemente dalla Provincia. Sono troppe le restrizioni e troppo complesse sono le modalità di attivazione.

A livello nazionale, dove i soldi nelle casse non sono certo paragonabili (proporzionalmente) ai tesoretti provinciali, stanno studiando l'innalzamento del bonus fiscale dal 36% al 50% con modalità di accesso e di fruizione praticamente senza vincoli ed estremamente semplici.

Anziché cercare scusanti improbabili, che non sia il caso di fare un mea culpa interno cercando nuove strade più semplici e rapide per finanziare e rilanciare effettivamente un settore messo alle corde più dalla sfiducia che dall'assenza di denaro?


A livello provinciale, un successo parziale. A livello della Vallagarina, un flop. Se non peggio. L’edilizia si conferma il settore economico più in sofferenza, visto che neanche con soldi «regalati» i roveretani puntano più sul mattone. Dei 6milioni e 659mila euro in contributi provinciali per interventi di miglioramento energetico dell’abitazione principale sul tavolo della Comunità della Vallagarina ne sono rimasti, alla fine del primo periodo di presentazione delle domande, 5 milioni e 150mila. Tra il 01 marzo e il 15 aprile le richieste giunte in via Tommaseo che hanno superato l’istruttoria degli uffici di riferimento hanno determinato l’impiego di poco meno del 23% della somma totale. Il 77% del monte contributi è ancora lì, in attesa che qualcuno li chieda.

La seconda finestra per le richiesta di contributo si è aperta il 15 maggio e si chiuderà il 29 giugno. Negli uffici della Comunità si predica prudenza, e si sottolinea che le richieste di informazione circa i contributi sono state in questi mesi di gran lunga superiori alle domande poi effettivamente presentate. Fatto sta che a metà del guado i numeri sono quelli che sono, e nessuno se la sente di fornire letture positive.

Soprattutto due elementi rendono preoccupante lo scenario: il fatto che i contributi fossero a fondo perduto e arrivassero a coprire il 30% (fino al 40% per le coppie con meno di 45 anni) di una spesa massima ammissibile di 120mila euro; e il fatto che in altre aree della provincia i contributi siano invece andati, come in fondo ci si aspettava, «a ruba». Nelle Valli Giudicarie e in Primiero è stato assegnato circa il 90% dei contributi, mentre in Val di Non sono state accettate domande per un importo addirittura superiore alla cifra disponibile.

Il timore che si fa avanti ora in via Tommaseo è che i fondi eventualmente non assegnati entro la fine di giugno vengano riacquisiti dalla Provincia e distribuiti a quei territori che invece hanno dimostrato più interesse. «Mi batterò perché gli eventuali finanziamenti non assegnati restino in Vallagarina» annuncia l’assessore all’Edilizia Pubblica e Agevolata Claudio Soini, che evidenzia come come la condizione del basso Trentino sia del resto in linea con il Territorio della Val d’Adige.

L’area urbana di Trento, in virtù del peso demografico, è stata assegnataria del finanziamento più consistente, 8 milioni e 725mila euro. Di questi solo 2,3 i milioni già assegnati, poco meno del 27%. Sono quindi solo le performance delle vallate meno popolose a portare l’aggregato provinciale alla soglia di 19 milioni assegnati, il 42% dei 45 milioni totali messi a disposizione dall’assessorato al Welfare della Provincia e successivamente distribuiti alle Comunità.

«Ritengo prematuro parlare di fallimenti - sottolinea Soini - visto che la seconda tranche di presentazione
delle domande è ancora in corso e che l’interessamento registrato dai nostri uffici è stato molto intenso e
mi aspetto numerose richieste entro la fine di giugno. I dati sono certamente inferiori a quelli che ci si aspettava, ritengo abbia giocato un ruolo importante la diversa tipologia di sviluppo edilizio delle varie aree della provincia. Ad Ala, Mori, Rovereto e Trento l’edilizia residenziale è in gran parte costituita da appartamenti. La ristrutturazione di un singolo appartamento all’interno di una palazzina quasi mai raggiunge cifre importanti, mentre nelle aree in cui la gente abita per lo più in case indipendenti che possiede terra-cielo, i lavori di ristrutturazione ai fini di miglioramento energetico, come ad esempio il “cappotto”, raggiungono facilmente cifre importanti».

Resta l’abisso che questo particolare tipo di contribuzione pubblica dell’edilizia fa segnare nei confronti del-
le scorse edizioni, quando i fondi pubblici per la casa venivano «spazzolati» via in pochi giorni. 

A cura di REDAZIONE CASETRENTINE.IT - Fonte L'ADIGE - QUOTIDIANO
28 maggio 2012 ristrutturazione , contributi provinciali , ugo rossi , risparmio energetico , provincia , edilizia abitativa agevolata

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