I progressi della medicina permettono di vivere sempre più a lungo e anche diritto ed economia si stanno adeguando a questo: un chiaro esempio è il prestito vitalizio ipotecario. Novità introdotta recentemente, è una forma particolare di finanziamento dedicato alle persone anziane.
Dovete sapere infatti che difficilmente le banche finanziano le persone anziane, anzi già verso i 65 anni diventa difficile ottenere finanziamenti, verso i 70 anni è molto difficile ma giunti a 75 anni praticamente nessuna banca eroga più finanziamenti. A riprova di questo, il fatto che molte banche addirittura prevedevano e prevedono tuttora che il piano di rimborso di un finanziamento, anche se garantito da ipoteca, avvenga prima del compimento dei 75 anni.
La preoccupazione delle banche, infatti, è il recupero del denaro prestato. All’aumentare dell’età cala la capacità reddituale di una persona, anche se, a dire il vero, c’è la pensione che è un qualcosa di sicuro e garantito dallo Stato. Però questa garanzia non è sufficiente per le banche: infatti recuperare le somme prestate dopo la morte del soggetto finanziato diventa più complesso. In particolare se parliamo di finanziamenti immobiliari o di mutui i tempi rischiano di allungarsi diventando anche di decenni e facendo così divenire non conveniente per la banca recuperare finanziariamente quella determinata categoria di clienti.
Eppure, come dicevamo in apertura, soprattutto in considerazione dell’allungamento della vita media delle persone era impossibile lasciare escluse da ogni possibilità di finanziamento una grande fetta di popolazione italiana, che, giunta ad età avanzata, magari ha bisogno di denaro per questioni di salute e che si trova nell’unica soluzione di vendere casa non potendo fare un mutuo.
Per evitare questo il legislatore ha sviluppato una nuova forma di finanziamento, il prestito vitalizio ipotecario, anche se a dire il vero di nuovo ha ben poco. Non differisce in nulla da un normale mutuo: l’istituto di credito finanzia il mutuatario concedendogli una determinata somma di denaro che dovrà essere rimborsata da questi o dai suoi eredi. La vera novità non sta, infatti, nel finanziamento in sé quanto nella modalità con la quale la banca recupera il denaro se questo non viene rimborsato dagli eredi.
Alla morte del cliente finanziato, infatti, gli eredi hanno un anno di tempo per restituire il denaro alla banca. In mancanza la banca non dovrà iniziare le usuali procedure esecutive ma potrà semplicemente vendere l’immobile come se ne fosse la proprietaria. In questo modo si elimina il principale motivo per cui gli istituti di credito non finanziavano gli anziani, ovvero la lunghezza della procedura esecutiva. Non solo, gli stessi eredi ne traggono vantaggio poiché, in caso non estinguano il debito entro i 12 mesi dalla morte del congiunto, vedranno l’immobile venduto dalla banca al prezzo di mercato e non al più basso valore che si vedrebbero riconosciuto in caso di vendita all’asta.
Infine non si deve confondere il prestito vitalizio ipotecario con la vendita della sola nuda proprietà dell’immobile, accostamento che in alcuni casi è stato fatto e che è errato. È vero che nel prestito vitalizio ipotecario il cliente può richiedere alla banca di restituire il capitale finanziato solo dopo la propria morte (e così pagare rate di solo interessi finché in vita) ma nel prestito vitalizio ipotecario non vi è alcun trasferimento della proprietà dell’immobile, cosa che invece avviene nella vendita della nuda proprietà. Trasferimento della nuda proprietà e prestito vitalizio ipotecario sono dunque due distinti istituti giuridici, che rispondono a scopi differenti, e che non vanno confusi tra di loro.