Codacons denuncia danni ai consumatori nei mutui a tasso variabile

Il Codacons contro le banche italiane: al centro della contesa una nuova clausola, introdotta nei contratti di mutuo all'inizio dell'anno da parte della banche italiane, che non consente al tasso di interesse pagato dal cliente di scendere sotto il valore dello spread, che diventa dunque il valore minimo di tasso pagato dal consumatore.

L'introduzione di questa clausola, effettuata in modo unilaterale dalle banche nel corso dei primi mesi del 2015, quando queste iniziarono a prevedere un andamento in negativo del parametro Euribor, al quale generalmente sono agganciati i mutui ipotecari, ha prodotto e produrrà miliardi di Euro di danni nei confronti dei consumatori.


Questa è la tesi di Codacons, il quale ha invitato 104 procure della Repubblica Italiana ad indagare sulla correttezza del comportamento tenuto dagli Istituti di Credito.

Trattandosi di una modifica unilaterale, infatti, l'accettazione della stessa è obbligatoria per il cliente, il quale, nel momento in cui vengono introdotte modifiche al contratto di mutuo, ha solamente la possibilità di non accettarle estinguendo il mutuo, che sappiamo però essere una extrema ratio piuttosto rara, visto che difficilmente chi ha un mutuo ha anche i soldi per estinguerlo.

L'alternativa che ha il consumatore è la surroga, quindi rivolgersi ad un altro Istituto di credito che si offra di sostituire la banca che attualmente finanzia il risparmiatore a condizioni e/o tasso migliore. Certo che se la variazione contrattuale, come in questo caso, è adottata da tutte le banche italiane, diventa piuttosto impossibile trovare una banca che offra un mutuo senza quella specifica clausola. In un certo qual modo, dunque, si è creato un cartello al quale tutte le banche hanno aderito e in tal senso l'esposto/denuncia che Codacons ha effettuato.

Cerchiamo, però, di capirne di più: perché le banche hanno introdotto questa modifica?

Ebbene l'Euribor, assieme allo spread, è generalmente uno dei due parametri che compongono l'ammontare del tasso di interesse che un consumatore paga. Lo spread è il vero e proprio guadagno della banca, mentre l'Euribor indica il tasso al quale le banche si prestano soldi tra di loro nel sistema interbancario dei prestiti. Ora se l'Euribor è negativo, come sta succedendo in questi giorni visto che la rivelazione di quello a 3 mesi in data 14 settembre 2015 ha raggiunto il nuovo minimo storico del -0,038% e quello a un mese quota -0,105%, significa che il cliente pagherà un tasso inferiore allo spread, che viene appunto ridotto dal fatto che l'Euribor è negativo.

Le banche, però, hanno introdotto ancora verso febbraio/marzo 2015 una clausola che prevede un tasso floor (detto anche tasso pavimento), ovvero che se l'Euribor andasse in negativo il cliente comunque sarebbe tenuto a pagare lo spread. Tale modifica, che potrebbe anche sembrare “giusta” poiché a primo acchito si viene portati a dire che è corretto che la banca non perda il suo margine di guadagno, è invece vantaggiosa solamente per l'istituto di credito che da un lato, così facendo, priva il cliente di un possibile guadagno, e dall'altro la banca stessa guadagna di più dello spread, poiché non dimentichiamo che l'Euribor è negativo. Il fatto che l'Euribor sia negativo, infatti, non è un semplice elemento contabile, ma è il vero tasso che la banca paga nel momento in cui non ha qualcuno a cui prestare i soldi che i clienti le hanno affidato in gestione. Dunque, se la banca non avesse stipulato quel mutuo, affidato a quel dato consumatore, su quei soldi starebbe pagando – un'altra banca o la Banca Centrale Europea - per la custodia degli stessi.

La banca, in conclusione, non ci rimette denaro per il fatto che l'Euribor è negativo ma si è comunque tutelata impedendo che il suo spread sul mutuo venga ridotto: da qui l'esposto Codacons, a firma del presidente Carlo Rienzi, il quale afferma in merito all'introduzione del tasso minimo sui mutui: "Si tratta di una misura che penalizza fortemente i consumatori e genera un danno che, nel tempo, può raggiungere miliardi di euro. Per tale motivo abbiamo deciso di presentare un esposto a 104 procure della Repubblica di tutta Italia, chiedendo di verificare la correttezza del comportamento delle banche che operano sul territorio ed eventuali fattispecie penalmente rilevanti". 

A cura di REDAZIONE CASETRENTINE.IT - Fonte Il Giornale
21 settembre 2015 codacons , mutui

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