La casa è da sempre il sogno degli italiani e l’incubo dei contribuenti, è uno dei principali motori dell'economia del nostro bel paese e il fattore X al centro delle propagande elettorali dell’ultimo ventennio.
In questo caso, alcuni comuni trentini hanno battuto sul tempo il premier Renzi abolendo la tassazione sulla proprietà della prima casa.
A Roma ci sta pensando Matteo Renzi che vorrebbe azzerare Imu e Tasi sulla prima casa; in Trentino ci ha già pensato Carlo Daldoss con l’introduzione dell’Imis che ha ampliato il numero di esenti pagamento: è infatti necessaria una rendita maggiore rispetto a prima per dover pagare la nuova tassa sull’abitazione.
Secondo i primi studi ad opera dei tecnici di settore solo una casa su tre sarebbe soggetta a Imis che prevede una detrazione diversa da Comune a Comune, ma sempre molto più elevata rispetto a quella prevista dall’Imu. Una detrazione maggiore fa sì che questa compensi, in gran parte dei casi, le imposte sulle prime case.
Grazie all’Imis, l’esenzione per la prima abitazione riguarda già circa il 70% dei Trentini, ci sono però alcuni Comuni che hanno scelto di abolire totalmente la tassa sulla prima casa estendendo il provvedimento anche a quelle di lusso. La motivazione che i sindaci e, a livello nazionale, lo stesso Renzi stanno dando è che la prima casa non costituisce un investimento di tipo speculativo, ma una vera e propria necessità che porta spesso le famiglie ad indebitarsi.
I comuni maggiormente coinvolti sono quelli con una più rilevante vocazione turistica dove le seconde case sono quindi numerose. Sulle seconde abitazioni infatti le imposte sono rilevanti e le detrazioni nulle, il provvedimento permette quindi di compensare il mancato indotto sulla prima casa con quello sostanzioso derivante dalle aliquote sulle seconde case.
Le amministrazioni dormono sonni tranquilli sapendo di aver favorito i residenti e di aver scontentato “solo” i proprietari di seconda casa che, in fase elettorale in quanto non residenti, non hanno alcuna voce in capitolo.
Tra i comuni trentini interessati vi sono: Mezzana, Cavalese, Castello-Molina di Fiemme, Castello Tesino, Castel Cindio, Bocenago e Carano.
La giunta provinciale ha scelto di non eliminare l’Imis in quanto sarebbe altresì necessario reperire ben 9,5 milioni di Euro che verrebbero a mancare sul totale di 250 milioni derivati dall’imposta versata dai contribuenti sugli immobili; 50 milioni (immobili di tipo D) dei 250 milioni complessivi vengono poi versati allo Stato a causa degli accordi sulla Finanza Pubblica.