Una donna di Rovereto ha acquistato (o meglio credeva di aver acquistato) 10 anni fa un appartamento che non ha mai potuto abitare nonostante l’investimento e le rate del mutuo da pagare.
Il costruttore, dopo aver incassato l’importo, se è opposto al trasferimento dell’atto di proprietà e, stando a quanto dichiarato dalla “vittima”, avrebbe persino richiesto un ulteriore versamento di altri 100mila Euro a saldo dell’ipoteca gravante sull’immobile.
Ieri ha avuto inizio il processo dibattimentale e sui banchi del tribunale di rovereto sono stati chiamati sia il costruttore che la figlia che sarebbe stata presente agli incontri.
La triste storia ha avuto inizio nel 2005 quando la donna si separò dal marito e acquistò dal costruttore un’abitazione ancora in fase di realizzazione.
Firmato il preliminare, la signora iniziò a versare i vari importi fino a raggiungere quasi il saldo complessivo di euro 265 mila (mancavano solo 6-7 mila Euro). Peccato che l’impresa non ha mai provveduto al trasferimento di proprietà alla donna.
L’impresario fu citato in sede civile ed il trbunale diede ragione alla signora stabilendo che il costruttore avrebbe dovuto firmare l’atto definitivo di passaggio, nel frattempo venne però alla luce che l’appartamento era gravato da ipoteca, fatto che complicò notevolmente l'evolvere della vicenda.
Dopo vari contatti tra i legali, il costruttore prende l’iniziativa e contatta direttamente la parte lesa proponendole un pagamento di Euro 100mila a saldo ed estinzione dell’ipoteca per entrare così finalmente in possesso della casa. Se la povera malcapitata avesse rifiutato, l’appartamento sarebbe rientrato nell’inevitabile fallimento aziendale.
Il figlio della donna è stato fortunatamente in grado di registrare la disonesta conversazione per consegnarla poi alla Procura che ha aperto un'inchiesta ed ottenuto il rinvio a giudizio dell'impresario e della figlia.
Per il PM, il costruttore avrebbe messo in atto un comportamento a fini estorsivi: l’udienza è stata rinviata al 3 luglio, ma qualunque sia la sentenza, l’unica a rimetterci davvero sarà la povera signora che non potrà mai più riavere il suo appartamento perché ormai già completamente assorbito dal fallimento della ditta di costruzioni.