Non si ferma la lenta discesa del tasso medio di interesse sui mutui e non sembrano arrestarsi neppure le domande di finanziamento da parte degli italiani.
Stando al barometro Crif, durante il mese di marzo vi è stato un aumento delle richieste di mutuo da parte delle famiglie italiane: si è registrato un +49,4% se confrontato con Marzo 2014.
Quello rilevato è indubbiamente «record assoluto» da quando Crif ha cominciato a studiare l'andamento delle richieste su base mensile.
E’ bene ricordare che nonostante il segno positivo caratterizzi l'andamento mensile della domanda di mutui dal luglio del 2013, a testimonianza di una progressiva e timida ripresa, la distanza rispetto agli anni pre-crisi è ancora davvero significativa.
Notevoli differenze si rilevano anche nella cifra di prestito richiesta: la media è di circa 123.300 euro, con oltre un terzo delle richieste comprese tra 100 e 150mila euro. Scopriremo nei prossimi mesi se si tratta di un rialzo “fisiologico” dopo aver toccato il fondo o se siamo davanti a una vera e propria crescita.
Certo è che dietro a questi trend positivi non c'è attualmente un trend di mercato immobiliare altrettanto positivo, bensì un insieme di fattori che vede nelle surroghe uno dei principali motori di ripresa.
Oltre alle surroghe, importante è il quantitative easing; la Bce acquista titoli di Stato, riducendone ai minimi i rendimenti facendo così sì che per gli istituiti sia meno profittevole impiegare la liquidità nel trading di titoli.
La Bce ha inoltre abbassato allo -0,2% il tasso sui depositi rendendo sconveniente per le banche tenere ferma la liquidità in eccesso.
Le banche stanno tornando a spingere i “mutui” semplicemente perchè risultano essere nuovamente una delle proposte più convenienti per l'istituoto erogatore. Le banche offrono ora un tasso fisso su lunghe scadenze anche sotto il 3% e un tasso variabile intorno all'1,5 %. Se si considera che la Bce tornerà ad alzare i tassi tra 2019 e 2020, la soluzione a tasso variabile, soprattutto per durate non particolarmente lunghe (10-15 anni) risulta essere ancora molto interessante. Il mercato però sta nettamente prediligendo il tasso fisso che ha superato, nelle erogazioni e nelle richieste, il variabile.
Non vanno poi trascurati i segnali di una ripresa dell'economia del paese: si prevede che il Pil nel 2015 crescerà dello 0,5% e nell’anno successivo dell'1,1%.
Non bisogna lasciarsi “ingannare” da tutto questo fermento: ricordate sempre di fare attenzione a ciò che vi apprestate a firmare e mantenete la vostra soglia di attenzione alta in particolare per quanto riguarda:
- le polizze Cpi (Credit protection insurance) che proteggono in caso di perdita dal posto del lavoro, decesso, ecc. Il costo normale deve aggirarsi tra il 2 e il 3% dell'importo erogato (a seconda del livello di protezione e degli anni coperti) e non su livelli che toccano l'8-10% come spesso accade;
- le spese di incasso rata vale a dire una quota fissa mensile da 1 a 3 euro che il mutuatario paga per versare le rate;
- i costi di perizia e istruttoria.
Richiedete sempre il preventivo con il Taeg (Tasso annuo effettivo globale) sia includendo la polizza Cpi che escludendola e ricordate sempre che lo spread non è purtroppo l'unico costo che incide sul vostro mutuo.