Il mercato immobiliare sta vivendo una stagione di forte difficoltà e grande crsisi, questo a causa della grande quantità di case invendute, dei pochi clienti disposti ad acquistare e delle crescenti difficoltà legate alla concessione dei mutui da parte delle banche.
Rimane notevole il divario tra i prezzi imposti dai proprietari e la possibilità di spesa dei potenziali acquirenti. Sono infatti in continuo aumento (ora più del 55%) le agenzie che ammettono di aver perso almeno un incarico a causa di offerte reputate troppo basse dai proprietari.
Il 2013 ha chiuso con circa 2.500 agenzie immobiliari in meno. I conti di Fiaip, la federazione italiana che rappresenta i professionisti parlano chiaro: su un totale di circa 32mila agenzie presenti in Italia, circa il 7-8% non sopravvivono; quelle che riaprono sotto "nuove forme" (consorzi, cooperative, reti di professionisti, ecc.) sono il 3 per cento.
Oggi il Paese vive un momento simile a quello della Spagna nel 2008: alla crisi si affianca il fatto che, in tempi più floridi, è nato un grandissimo (e probabilmente smisurato) numero di agenzie sul territorio: troppe per un mercato che ora stagna.
Internet ha rivoluzionato il modo di lavorare delle agenzie e chi non ha saputo adeguarsi ne è rimasto schiacciato. In Spagna dal 2008 a oggi circa il 50-60% delle agenzie ha chiuso e sono sopravvissute solo le realtà più avanzate e tecnologiche, che hanno accettato per prime l'ingresso nel mercato di internet.
In molti chiudono le vetrine tradizionali e, risparmiando sulle spese d'affitto per il negozio fisico al piano strada, traslocano la loro attività su internet o a piani più alti degli edifici.
Per fare un esempio concreto è interessante ri-analizzare i dati relativi all'anno 2012:
- 444.000 transazioni
- 32.000 agenzie immobiliari
Facciamo ora un semplice calcolo e dividiamo le transazioni per il numero di agenzie: a ogni agenzia nel 2012 sarebbero spettate 13 transazioni, poco più di una al mese! Numeri spaventosi che non permettono neppure di coprire le spese!
La situazione presente non è affatto più favorevole: per il primo trimestre del 2014, ben il 64% degli agenti intervistati dichiara di non aver venduto neppure un immobile.
Con la crisi anche le capacità di spesa dei pochi clienti disposti a comprare si riducono: l’analisi della disponibilità di spesa, evidenzia che la maggioranza delle richieste si concentra nella fascia compresa tra 170 e 249mila euro (24,2%), a seguire la fascia tra 120 e 169mila euro (21,8%). Sommando le percentuali si deduce che più del 45% degli italiani spende meno di 250mila euro per l'acquisto della propria casa; minore è il prezzo d'acquisto, minore è la percentuale di guadagno delle agenzie.
La situazione affitti fortunatamente resta stabile: la percentuale di chi ha concluso una trattativa di locazione con successo è maggiore di quella delle vendite ed è arrivata al 81,6% (dati relativi al primo trimestre 2014), calano però i canoni degli agenti.
Servizi, qualità ed esperienza sono le uniche armi per difendersi. «Altrimenti le realtà più piccole, che stanno soffrendo il crollo delle compravendite, sono costrette a chiudere», afferma Valerio Angeletti, presidente Fimaa (Federazione italiana mediatori e agenti d'affari).