Le scuole medie di Mori devono essere rase al suolo e ricostruite, perché la struttura di via Giovanni XXIII soffre in maniera evidente i segni del tempo. Intonaco staccato, infiltrazioni, degrado, ma soprattutto grossi problemi di spazio.
Il Comune non ha le risorse per poter intervenire sul complesso scolastico della borgata e la richiesta fatta l'anno scorso sul Fondo unico territoriale della Comunità della Vallagarina è andata a vuoto: ancora nulla da fare in questo senso.
Che fare allora per dare una sede dignitosa agli alunni di Mori e della Val di Gresta? Vediamo di seguito la particolare idea emersa!
La giunta sta vagliando l'ipotesi di ricorrere alla finanza di progetto, la modalità di finanziamento delle opere pubbliche che prevede la compartecipazione del privato alle spese.
Una parola - il project financing - che si è già sentita nel municipio moriano per quanto riguarda il progetto del Parco dei sapori. Anche in quel caso l'amministrazione ha insistito affinché venisse redatto un bando per invitare investitori privati a collaborare al sogno del centro promozionale di Loppio.
Per la costruzione di una scuola la questione è leggermente diversa, visto che l'opera, una volta costruita, non produrrà introiti in grado di attirare gli investitori. L'idea sarebbe allora quella di chiedere aiuto a qualche ditta attiva nell'ambito energetico che, in cambio di un finanziamento, potrebbe garantirsi la «fedeltà» del Comune nelle spese di manutenzione. In concreto, il Comune potrebbe impegnarsi ad acquistare l'energia per riscaldamento e luce dall'azienda che ha finanziato il progetto e il cantiere della scuola.
I calcoli sono presto fatti. Per avere una scuola nuova di zecca servono circa 12 milioni di euro. La giunta punta ancora a ottenere una parte dei fondi grazie al prossimo Fut, mentre la parte restante dovrebbe arrivare dal privato. «L'investimento iniziale dovrebbe essere recuperato in circa 30 anni», precisa l'assessore ai Lavori pubblici, Stefano Barozzi.
Il Comune dovrà rinunciare alla ristrutturazione della palestra: l'intervento doppio, su scuola e sul vicino stabile dedicato all'attività fisica, costerebbe infatti 22 milioni, una cifra irraggiungibile anche con la compartecipazione dell'imprenditoria. «La Provincia sta sondando la finanza di progetto anche per la costruzione della galleria Loppio-Busa. Anche in quel caso ai privati andrebbero i 100 mila euro annui al chilometro per la manutenzione dell'opera», sottolinea Barozzi.
Dove invece il Comune è riuscito ad arrangiarsi con fondi propri è stata la scuola materna «Il girasole» di Tierno. La giunta ha da poco approvato il terzo lotto dell'adeguamento antincendio: nel giro di tre anni per l'asilo è stato investito più di un milione di euro.
In questi giorni, approfittando della chiusura estiva, vengono rimossi i pavimenti, che contengono anche piccole parti in amianto, i controsoffitti e saranno isolati i pilastri. Il cantiere continuerà però anche dopo il 1 settembre, primo giorno di scuola: l'ala interessata dall'adeguamento antincendio che comprende due aule affacciate sul parcheggio, sarà chiusa fino a Natale, ma questo non creerà particolari disagi ai bambini.
Contestualmente si comincerà anche l'adeguamento antisismico, che consiste nel rinforzamento della copertura e nell'ingrossamento dei pilastri esterni e che costerà altri 600mila euro.