La cedolare secca sugli affitti è stata introdotta a partire dall'anno 2011; essa (in quanto regime facoltativo che si applica in alternativa all'ordinario) può sostituire le imposte precedentemente dovute sulle locazioni (articolo 3 del dlgs 23/2011), vale a dire:
- l’Irpef e le relative addizionali
- l’imposta di registro
- l’imposta di bollo
- l’imposta di registro sulle risoluzioni e proroghe del contratto di locazione
- l’imposta di bollo, se dovuta, sulle risoluzioni e proroghe del contratto.
Le locazioni risentono sempre più di una tassazione che sembra privarle della redditività, tuttavia nell’ultimo triennio i contratti di affitto subiscono un incremento costante: nel 2011 +7% rispetto al 2010 e +15% nel 2012 sempre rispetto al 2010.
Nel 2010 i contratti di locazione ad uso abitativo registrati dall’Agenzia delle Entrate erano 1.252.398, ma nel 2011 (anno di introduzione della cedolare) i contratti di locazione sono stati quasi 100.000 in più, attestandosi sulla cifra di 1.346.793.
Il numero dei contratti si incrementa ancora nel corso del 2012, raggiungendo i 1.445.296. Vediamo quindi quasi centomila contratti in più rispetto al 2011 e quasi duecentomila in più rispetto al 2010.
La tendenza all’incremento pare perdurare poi tuttora (almeno peri i dati raccolti fino ad aprile 2013).
Sembra quindi che il tanto contestato sistema della cedolare secca possa trascinare le locazioni.
Interessante al riguardo è notare che, nello specifico, anche la percentuale di contratti registrati con la cedolare sia in aumento: incremento del 11% (si passa dal 21% del 2011 al 32% del 2012).
Queti dati, contenuti in una nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sono stati resi noti da Confedilizia perchè citati dal sottosegretario all'Economia, Onorevole Luigi Casero (PDL), che ha risposto in commissione Finanze della Camera a un'interrogazione posta dall'Onorevole Marco Causi (PD).