Palazzo Chigi ha già annunciato da quanlche tempo la decisione di sospendere la rata di giugno dell'Imposta Municipale Unica sulla prima casa, ma se ritarderà ancora il provvedimento si teme il caos nelle comunicazioni degli enti locali ai cittadini.
Il Comune di Trento, infatti, non sarebbe più in grado di spedire per tempo a tutti i contribuenti la lettera che riporta il calcolo aggiornato dell’importo da versare.
Sentiamo ora cosa ne pensa uno dei diretti interessati: il dirigente del servizio tributi del Comune di Trento Giorgio Antoniacomi, che appare piuttosto preoccupato vista la assenza di notizie dalla Capitale.
Il governo tergiversa e rischia di mettere nei pasticci il Comune. Il continuo rinvio sul decreto che dovrebbe posticipare a data da destinarsi (settembre?) il pagamento della prima rata dell’Imu sulla prima casa costringe infatti il Servizio Tributi a ritardare l’invio della spedizione ai cittadini di Trento della loro «posizione Imu» con le indicazioni di quanto devono pagare entro il prossimo 17 giugno.
Quando, il giorno del discorso di insediamento di Enrico Letta alla Camera, emerse l’intenzione del governo di non far pagare ai cittadini la prima rata dell’imposta sulla prima casa in attesa di una completa riforma della tassa, il dirigente del servizio tributi del Comune di Trento Giorgio Antoniacomi tirò un sospiro di sollievo. Se solo Letta avesse ritardato l’annuncio di un giorno il Comune avrebbe dato il proprio okay all’invio delle 52 mila lettere ai contribuenti con l’importo Imu da versare contenente sia la cifra per la prima casa, ma anche per eventuali seconde abitazioni (o garage), fabbricati, aree edificabili, ecc. Insomma, si sarebbe creata una confusione decisamente pericolosa.
Il guaio non è stato evitato, invece, sul periodico del Comune Trento Informa che era già stato stampato al momento delle dichiarazioni del nuovo governo.
Ora, però, il continuo rinvio del decreto che ufficializza la sospensione della rata Imu sulla prima casa, rischia di creare nuovi problemi al Comune. «Il decreto doveva uscire giovedì scorso, poi si è detto che sarebbe stato formalizzato durante il ritiro in abbazia, ora è tutto rinviato al fine settimana. Staremo a vedere». Giorgio Antoniacomi attende con impazienza che da Roma arrivino segnali precisi. O meglio, che il governo decida, una volta, per tutte. Perché, altrimenti, il Comune rischia di arrivare alla scadenza del 17 giugno senza essere riuscito ad invia- re ai trentini la lettera con gli importi da pagare.
«Quando finalmente uscirà questo decreto rifaremo immediatamente i conti, li manderemo alla società di spedizione in modo che siano inviati al più presto. Se il decreto arriverà effettivamente il 17 maggio, allora tra il 20 e il 21 potremo fare le elaborazioni e il 24 dare il tutto alla società di spedizione in modo che entro i primi mesi di giugno la comunicazione sia arrivata in tutte le famiglie».
Ma se il governo dovesse ritardare ancora? Antoniacomi non vuole nemmeno pensarci: si correrebbe il rischio di fare tutto il lavoro per niente.
In ogni caso Palazzo Geremia conferma che a tutti i contribuenti che risultano avere fabbricati e aree edificabili sul territorio comunale sarà inviata la comunicazione sulla cifra da pagare. I trentini, insomma, possono stare relativamente tranquilli: arriverà la lettera ufficiale dal Comune.
Rispetto alle 52 mila lettere bloccate qualche settimana fa, le comunicazioni saranno meno, nel senso che molti dei 39 mila possessori di prima casa hanno soltanto quella e dunque non dovranno pagare nulla. Agli altri invece, giungerà a casa il conto di quanto si deve a Comune e Stato.
Attenzione però: se si posseggono case o capannoni sul territorio di altri comuni, per questi bisognerà attivarsi personalmente, sempre che non venga sospeso anche l’Imu sui capannoni (vedi nostro articolo).