Se di questi tempi anche l’artigianato riflette i tempi difficili della situazione economica, negli ultimi tre giorni nelle strade del centro di Rovereto esso sembra aver ritrovato il giusto sorriso.
Artingegna, la biennale dell’artigianato della Città della Quercia, ha portato i professionisti dei piu svariati settori a stretto contatto con le persone comuni e così sono nate tante occasioni per conoscersi meglio e per guardare al futuro con rinnovato entusiasmo.
L'artigianato ha dimostrato anocra una volta che, quando si tratta di reinventarsi per il futuro, è davvero in grado di avere una marcia in più.
Sono state settanta le imprese espositrici che hanno trovato spazio nel cuore delal città, otto le scuole professionali e superiori che si sono messe in gioco per farsi conoscere e lasciar intravedere i risvolti occupazionali, sette infine le mostre tematiche. Ma nella «piazza del vivere sostenibile» sono state mostrate anche molte idee che, soprattutto in tempi di crisi, spingono a riscoprire il valore delle cose più semplici.
È stata una festa questa tre giorni in centro, esplosa ieri mattina con il sole che ha spinto molte famiglie a riversarsi tra gli stand di «Artingegna». Del resto le proposte accontentavano davvero tutti: dagli espositori delle ditte che hanno scelto di partecipare ai laboratori pensati per i più piccoli. Tra i tanti che hanno animato i diversi momenti della manifestazione particolarmente interessante era quello del porfido in piazza Malfatti. Qui i bambini avevano la possibilità di carpire i segreti dei posatori di porfido e lo potevano fare sedendo sul caratteristico sgabellino che questi artigiani usano per posizionare i cubetti come tanti tasselli di un grande mosaico. Sotto la guida di un esperto posatore, poi, potevano sperimentare quant’è difficile realizzare questo tipo di pavimentazione.
Uno degli aspetti più belli della biennale dell’artigianato è la possibilità, passando semplicemente da uno stand all’altro, di visitare tanti piccoli mondi diversi. Pochi passi separano i posatori di porfido dai delicati decoratori di ceramiche, i carpentieri del legno alle prese con una costruzione da chi trasforma anonime magliette in colorati capolavori.
Ma «Artingegna» è stata anche l’occasione per riconoscere la professionalità degli artigiani: quaranta nuovi maestri artigiani sono entrati nella categoria. Di cui 16 per la pietra, 14 per la ceramica e 10 per il legno (vedi nostro articolo sui Maestri Artigiani).
Parlare di una semplice vetrina dell’artigianato però sarebbe riduttivo, perché la manifestazione ha voluto mettere in evidenza i diversi connubi che l’artigianato può creare. In Piazza San Marco Luca Prosser, Marco Veronesi e Claudio Passamani, in collaborazione con l’architetto Mauro Rossaro e il dj roveretano Luca Fronza hanno realizzato uno spettacolo multimediale il cui scopo, secondo gli autori-artigiani, sarebbe quello di rivendicare il valore della professione “artigiano”, professione che anche nel nome porta la parola «arte».
Il simbolo era un tronco di olivo trafitto da paletti di metallo color rosso scarlatto, che voleva rappresentare della figura di un artigiano collocato poi sopra una pietra piacentina grigio marrone molto segmentata.
Marco Veronesi racconta come l’olivo sia la pianta emblema perfetta: «È un albero che ha una vita millenaria, come noi artigiani, che non ci arrendiamo, che consideriamo il nostro lavoro una passione e non intendiamo sparire in nome della modernità. Qui ognuno sta imparando qualcosa dall’altro».
Luca Prosser dice: «Vogliamo dire che ci siamo, che teniamo duro nonostante i tempi di crisi, che siamo bravi, che non improvvisiamo, che crediamo ancora al valore dell’artigianato. «Come i musicanti di Brema – racconta Claudio Passamani - siamo andati alla ricerca della pietra giusta, del tronco giusto che sapessero esprimere la lotta tra la tradizione e la modernità».
Nel cortile Bertolini, in pieno centro storico, si è tenuta sabato sera dalle 21.30 una sfilata di moda intervallata da performance danzanti curate da Artea e dall’Associazione La Peña Andaluza.