La crisi dell’edilizia si può monitorare anche attraverso le concessioni e stando al gran numero di richieste che stanno fioccando in questo periodo sul Comune di Trento sembrerebbe esserci un po’ di luce in fondo al tunnel.
Purtroppo però c’è un altro dato che affievolisce quel po’ di ottimismo che si poteva coltivare ed è il numero di concessioni già istruite ma non ancora ritirate.
«Alla fine di ottobre - spiega Paolo Biasioli - ne avevamo in giacenza per un valore di 1,8 milioni quando di solito la media fisiologica si aggira sui 600-800mila euro».
Segno che evidentemente qualche impresa ma anche qualche privato in difficoltà ha fatto la richiesta e istruito la pratica ma non ha la forza o non riesce ad accedere al credito per partire concretamente coi lavori. Comunque ai dipendenti del Servizio edilizia del Comune il lavoro non manca. Sono alle prese con una legge che dall’ottobre del 2010 prevede il silenzio-assenso per le concessioni edilizie dopo appena 60 giorni. Un termine che oggi come oggi la struttura non è in grado di rispettare. «In due mesi si riesce a fare di una pratica solo un’analisi preliminare e anche gli ordini professionali, con cui abbiamo avuto un acceso confronto negli ultimi mesi, lo sanno» commenta Biasioli. Il problema è che in questo periodo tutti hanno fretta. Qualsiasi lavoro, anche piccolo, può essere indispensabile per mantenere in piedi un’azienda e con essa posti di lavoro. «Sappiamo che dobbiamo essere in grado di dare risposte più velocemente e ci stiamo attrezzando».
Il primo passo importante è l’arrivo di tre nuovi funzionari, selezionati con concorso e che entreranno in servizio col primo gennaio. Certo, ci vorrà un po’ di tempo perché si formino sul campo ma nel medio periodo i risultati si dovrebbero vedere. Poi ci sono altri accorgimenti che dovrebbero migliorare il lavoro dopo un periodo di oggettive difficoltà, aggravate un mese fa dalla sospensione di due dipendenti che dovranno rispondere di abuso d’ufficio e altre irregolarità. «Anche questa vicenda ha avuto il suo peso ed ha aumentato le difficoltà - spiega Biasioli - comunque il dato positivo è che da un arretrato medio di 360 concessioni da istruire siamo passati a non più di un centinaio».
Alcuni accorgimenti sono già stati presi. Il deposito delle richieste di concessione ad esempio non avviene più presentandosi con la documentazione e prendendo il numerino come al supermercato ma solo su appuntamento. In questo modo si cerca di partire con il piede giusto. Una impostazione che trova riscontro nel cifre: l’anno scorso erano state respinte perché incomplete solamente cinque pratiche, negli ultimi sei mesi invece non ne sono state accettate la bellezza di ottanta. Per i privati questa maggiore severità si traduce forse in «rogna» e le proteste non mancano. «La gente viene esasperata, anche perché le banche fanno fatica a concedere crediti» conferma Biasioli. Ma se da una parte si chiede velocità e snellezza, dall’altra aumentano anche gli abusi edilizi e le relative segnalazioni da parte dei cittadini. «L’impegno è sburocratizzare ma un controllo deve esserci e dobbiamo essere molto attenti alle speculazioni. Io sono convinto che veniamo anche da un periodo in cui eravamo sotto organico comunque assicuro che l’amministrazione comunale ha presente i problemi e sta facendo in questo settore investimenti importanti».