È stata impugnata davanti ai giudici amministrativi l’adozione definitiva dalla variante «Giugno 2009» del Prg.
L’intesa su permuta e cubature ridotte trovata con l’ex sindaco Valduga è stata cancellata dalla giunta Miorandi.
Prima il ricorso al Tar con richiesta danni presentato in primavera dalla «San Giorgio srl» ed ora un’integrazione e, quindi, un altro ricorso depositato dalla società «Pvb Group Spa» (che ha assorbito la precedente azienda).
Il motivo del contendere è sempre lo stesso e tanto il Comune che, adesso, la Provincia hanno deciso di resistere davanti ai giudici amministrativi non ritenendo fondati i motivi del ricorso. Sotto accusa, manco a dirlo, è una parte del nuovo Prg roveretano approvato in forma definitiva nei mesi scorsi. Oltre a criticare le decisioni urbanistiche dell’ente pubblico, però, la Pvb stavolta chiede pure quattro milioni di euro di danni.
Il motivo? Il piano di lottizzazione tra Sacco e San Giorgio.
Nata come accordo tra pubblico e privato, la destinazione di quella zona è cambiata nel giro di pochi mesi. E il risultato, secondo l’azienda roveretana, sarebbe una perdita di guadagno su cui la precedente variante aveva creato un diritto. La vicenda, a dire il vero, parte ancora dalla scorsa legislatura con la giunta Valduga che decise di rendere edificabile un’area a San Giorgio di proprietà dell’allora San Giorgio srl (adesso, come detto, passata a Pvb Group). Ma per rendere più vivibile l’intera zona - che negli anni ha tra l’altro vissuto un aumento importante delle strutture residenziali - si decise di realizzare un parco pubblico.
Peccato che il Comune non sapesse dove ricavare quel po’ di verde a beneficio dei cittadini. E qui spuntò la proposta alla San Giorgio srl: la ditta avrebbe ridotto la cubatura in modo da riuscire ad ospitare un parco. In cambio, chiaramente, avrebbe ottenuto la possibilità di edificare altrove, nell’adiacente via Zotti di proprietà comunale.
La proposta, ovviamente, è stata inserita nella variante «Giugno 2009: Territorio, ambiente e paesaggio».
Quando alla guida di palazzo Pretorio arrivò la giunta Miorandi, la San Giorgio scrisse ai nuovi amministratori per organizzare l’avvio dei carotaggi. E qui iniziarono i problemi. Perché dal Comune arrivò un primo stop: non definitivo, ma procedurale. Prima di operare, infatti, sarebbe stato necessario stipulare la convenzione di lottizzazione. È a quel punto che l’azienda iniziò a preoccuparsi, nonostante nella prima adozione della nuova variante al Prg il progetto venisse confermato. In seconda adozione, però, la lottizzazione in questione spariva. Restava, quello sì, l’area edificabile della San Giorgio srl, con la limitazione di cubatura per il parco pubblico. Ma spariva ogni traccia di diritto di edificabilità in via Zotti. Da qui l’inizio delle diffide e delle lettere tra avvocati. Nel frattempo l’azienda decise di vendere l’area in questione alla Patrimonio del Trentino, interessata alla zona in vista di futuri sviluppi per l’area universitaria. Ma la vendita - ribadisce la ditta nel ricorso al Tar - di fatto fu in perdita: la Patrimonio Spa pagò per l’edificabilità (ridotta) prevista dalla variante.
Quel che la Pvb (che come detto ha assorbito la San Giorgio) chiede ai giudici amministrativi è che venga riconosciuta la possibilità di costruire in via Zotti (come previsto fino al 2010) o in altra zona paragonabile. O ancora, in alternativa, chiede il risarcimento per il mancato guadagno.
Quanto? Quattro milioni di euro, appunto.