Natale amaro dunque per gli italiani.
Come ampiamente pronosticato ecco la temuta “stangata” sul saldo dell'Imu.
Mediamente, le famiglie italiane dovranno pagare 136 euro per la prima casa (con punte di 470 euro a Roma) e 372 per la seconda casa, con punte di 1.200 euro nelle grandi città.
E' quanto emerge da un'analisi realizzata dall'Osservatorio periodico sulla fiscalita' locale della UIL Servizio Politiche Territoriali, sulle delibere del totale dei Comuni (8.092), pubblicate sul sito del Ministero dell'Economia.
Per quanto riguarda la prima casa, sono 9 i capoluoghi che hanno scelto l'aliquota massima del 6 per mille (Agrigento, Alessandria, Caserta, Catania, Catanzaro, Messina, Parma, Rieti, Rovigo), mentre 55 Città hanno optato per il mantenimento dell'aliquota decisa dal Governo (Milano, Aosta, Bologna, Bari, Firenze, Bolzano, Trento, Venezia) e solo 8 Città, tra cui Trieste e L'Aquila, l'hanno diminuita. Altri comuni hanno deciso, pur confermando l'aliquota di base, maggiori detrazioni, come Bari, o un'aliquota inferiore in base al reddito ISEE come Novara, un'aliquota al 3,5 per mille per gli immobili gravati da mutuo, come Pescara.
Per quanto riguarda, invece, le aliquote per le seconde case, 98 Città hanno aumentato l'aliquota, di cui 46 applicano l'aliquota massima del 10,6 per mille (tra cui Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Ancona, Milano, Venezia). Soltanto 6 Città mantengono l'aliquota di base, mentre nessun capoluogo la diminuisce. Il combinato disposto di tali decisioni da parte dei Comuni porta l'aliquota media nazionale sulla prima casa al 4,36 per mille, in aumento del 5,6% rispetto all'aliquota base decisa dal Governo Monti. Per le seconde case l'aliquota media è dell'8,78 per mille in aumento del 15,5% rispetto a quella base. In totale, il gettito complessivo tra prima casa e altri immobili ammonterebbe a fine anno a 23,2 miliardi di euro, di cui 3,8 miliardi per la prima casa e 19,4 miliardi per le seconde case. Di questi, 14,8 miliardi di euro saranno incassati dai Comuni, mentre lo Stato incasserà 8,4 miliardi di euro.
Natale amaro dunque per gli italiani, soprattutto per alcuni lavoratori dipendenti e pensionati costretti a far fronte alla spesa andando ad intaccare la tredicesima. E purtroppo l'IMU è soltanto la punta dell'iceberg tra le voci di erosione nelle buste paga, già alleggerite da tutti gli aumenti delle addizionali regionali e comunali IRPEF e dalla tassa/tariffa sui rifiuti. La Uil è favorevole affinché il gettito dell'Imu venga riportato in seno ai Comuni, a patto però, che a fronte degli onori, «i Sindaci si prendano anche gli oneri di applicare le imposte locali in modo più equo». Insomma, quello che si prospetta non potrà che essere l'ennesimo Natale al risparmio.